La Fondazione ISMU, Iniziative e Studi sulla Multietnicità, ha sede a Milano e si occupa di condurre ricerche, fornire dati e sostenere iniziative che riguardano la società multietnica e multiculturale, nonché i fenomeni migratori nella sua complessità.
Poiché siamo ancora tutti convinti che ci sia un flusso di immigrati in crescita, forse è il caso di prestare attenzione ai numeri forniti.
Dagli ultimi studi condotti dalla suddetta fondazione è emerso che il numero dei richiedenti asilo nel 2019 ha subito un crollo non indifferente, in percentuale si parla di circa il 27% in meno: sono 39 mila i migranti che hanno fatto richiesta di asilo, circa 15 mila in meno rispetto all’anno precedente. Bisogna tenere presente, però, che nel 2018 le richieste avevano già subito un calo rispetto al 2017, anno in cui si era registrato un picco massimo pari a 130 mila.
Un fattore degno di nota è che, nonostante il calo generale, è aumentata la percentuale femminile rispetto agli anni precedenti, arrivando a coprire circa un quarto del totale.
Ci sono dei cambiamenti di rotta anche per quanto riguarda la fascia d’età maggiormente coinvolta nelle richieste: se prima interessava principalmente le persone dai 18 ai 34 anni, nel 2019 sta crescendo la fascia successiva, quella cioè tra i 35 ed i 64 anni.
Inoltre, se nel biennio 2016/2017 circa il 70% delle richieste riguardava immigrati provenienti da paesi africani, tra il 2018 ed il 2019 questa percentuale è bruscamente calata ad un terzo del totale, in particolare per i provenienti dalla Nigeria.
Una ulteriore ricerca effettuata dalla Fondazione riguarda il numero dei dinieghi: più della metà delle domande, esattamente il 65%, ha avuto esito negativo nell’ultimo anno. Questa alta percentuale di dinieghi riguarda soprattutto cittadini provenienti da Gambia, Bangladesh, Senegal ed Ucraina. Di contro, i cittadini che hanno avuto esito positivo hanno provenienza da Venezuela, Iraq e El Salvador. Circa 10 mila persone nel 2019 hanno ottenuto lo status di rifugiato e, per tornare al confronto donna/uomo, il 26% di tale cifra è rappresentata proprio da donne.