Dopo ben 9 otto anni, a marzo del 2022 sono state aggiornate le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri. Si tratta della terza versione delle linee guida: la prima è stata redatta nel 2006 e la seconda nel 2014.
Tale importante documento redatto dall’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale del Ministero dell’Istruzione, è stato presentato il 17 marzo presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Il titolo dell’aggiornamento di quest’anno è: “Orientamenti Interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunne e alunni provenienti da contesti migratori”.
Queste linee guida insieme al Rapporto Gli alunni con cittadinanza non italiana, è fondamentale per avere chiaro il quadro della situazione di migliaia di alunni con background migratorio nelle scuole italiane. Ciò che si può evidenziare dalla lettura della recente stesura è che essa è dettagliata rispetto alle precedenti e che approfondisce meglio come sia oggi più che mai urgente intervenire anche su bambini molto piccoli da 0 a 6 anni o di età superiore a 14 anni, oltre a quelle che erano state già considerate nelle precedenti linee guida.
Difatti, nei paesi d’origine dei migranti non esiste la possibilità che i neonati possano essere assistiti negli asili nido, per cui c’è resistenza ad accogliere una scolarizzazione precoce dei propri figli. In tal modo si rischia di perdere la possibilità di poter intervenire fin dalla precoce età sull’apprendimento della lingua del bambino sì da poter poi favorirne un inserimento ottimale nella scuola dell’obbligo.
Per quanto riguarda la fascia d’età dai 14 anni in su aumentano le percentuali di alunni stranieri che si iscrivono nelle scuole secondarie di II grado. Questo dato non va sottovalutato poiché è indice di un aumento del radicamento di questi giovani nel territorio italiano. D’altra parte però bisogna aggiungere che molti alunni stranieri risultano possedere un ritardo scolastico rispetto alla propria età anagrafica, ritardo accumulato nei cicli di studio precedenti, e che tale ritardo è causa spesso di demotivazione e dispersione scolastica o spinge ad orientarsi massicciamente verso percorsi professionalizzanti e istituti tecnici. Si tratta di un fenomeno importante da un punto di vista sociale, in quanto è inevitabile che il percorso scolastico scelto impatta in maniera significativa sul percorso di inserimento nel mondo del lavoro ma anche sulla capacità di emanciparsi socialmente. Si tratta, quindi, di indicatori davvero importanti per misurare l’andamento dell’integrazione degli stranieri nel nostro paese, che ha ancora molta strada da fare, a partire dalla scuola.