Il 21 marzo è stata celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, «Molti passi sono stati fatti ma c’è ancora tanta strada da fare per sconfiggere l’odio» ha affermato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Nell’Unione europea la discriminazione fondata sull’origine razziale o etnica è vietata a norma dei trattati e della Carta dei diritti fondamentali. Esistono inoltre norme europee contro il razzismo, la discriminazione razziale e l’incitamento all’odio, come la direttiva sull’uguaglianza razziale e la decisione quadro sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia.
Dalle indagini effettuate dall’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali (FRA) circa il 45% degli immigrati che si sono sentiti discriminati ha origine nordafricana, il 41% Rom, il 29% di origine africana subsahariana. Nel 2020 era stato stilato il piano d’azione europeo contro il razzismo 2020-2025. Perché l’obiettivo del piano d’azione possa essere raggiunto è necessario adoperarsi su tre livelli: nazionale, mondiale, locale. Per quanto riguarda il primo livello tutti gli Stati membri devono adoperarsi per l’elaborazione di piani d’azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione entro la fine del 2022. La Commissione presenterà una prima relazione sui progressi compiuti alla fine del 2023. A livello mondiale dovranno essere rafforzati i partenariati con i principali partner internazionali, regionali e bilaterali per definire un approccio rinnovato e rafforzato al programma di lotta contro il razzismo. Dal punto di vista locale dovranno essere coinvolte le singole città attraverso reti quali Urbact e il Patto dei sindaci. È prevista inoltre la designazione annuale di una o più capitali europee dell’inclusione e della diversità, ed un coordinatore di una commissione antirazzismo che si occupa di raccogliere le preoccupazioni dei soggetti interessati a tale fenomeno e che sia punto di riferimento anche per le persone appartenenti a minoranze razziali o etniche, sicché anche le loro preoccupazioni possano essere integrate nelle politiche dell’UE.
Intanto, malgrado il piano d’azione europeo sia attivo già da quasi due anni, il 4 marzo del 2022 il Consiglio dell’Unione europea ha invitato gli Stati membri a elaborare piani d’azione e strategie entro la fine del 2022 per attuare il piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020 e la strategia europea sulla lotta contro l’antisemitismo 2021 dato l’aumento degli episodi di razzismo e di antisemitismo negli Stati membri dell’UE.
Dagli ultimi dati resi noti dall’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio, si è rilevato un aumento nel 2021delle aggressioni razziste, omotransfobiche, antisemite e abiliste. Sono stati dunque invitati gli Stati a incentivare incontri di sensibilizzazione sul piano della formazione contro ogni forma di razzismo e antisemitismo e invitando a rimuovere dai social qualsiasi forma di incitamento all’odio razziale.
Tra le altre cose inoltre, viene invitata la Commissione a sostenere, anche economicamente le Istituzioni ai vari livelli e le organizzazioni della società civile nella lotta contro il razzismo e l’antisemitismo incoraggiandole in particolare a mettere a punto progetti volti ad aumentare la coesione sociale, quali la mediazione, la risoluzione dei conflitti e il dialogo interreligioso ed anche a fornire aggiornamenti sui progressi compiuti nell’attuazione del piano d’azione dell’UE contro il razzismo e della strategia sulla lotta contro l’antisemitismo e la promozione della vita ebraica, nonché sulle relative iniziative nazionali in materia, pubblicando relazioni intermedie contenenti analisi e risultati.