Nel momento in cui si combatte tutti contro lo stesso nemico, in questo caso il Covid-19, è necessario prestare particolare attenzione a quei soggetti vulnerabili, troppo spesso lasciati nella loro marginalità. Si evidenziano ancora di più le differenze e le disuguaglianze, quindi bisogna in qualche modo unirsi in un’unica voce, con il fine ultimo di tutelare tutti.
Nonostante i pregiudizi ed i pareri contrari, l’Italia è un paese multietnico e multiculturale e, come tale, deve garantire a tutta la popolazione la stessa tutela. Poiché il suddetto virus, al contrario dell’ignoranza che ancora circola liberamente, non bada al colore della pelle, al credo o alla diversità, esso non si arresta davanti allo “straniero” attualmente in Italia e quindi risulta ovvia la necessità di proteggerlo. Innanzitutto bisogna informare tutti della reale gravità della situazione in atto, così da acquisire la giusta consapevolezza e responsabilizzarsi, nonché fornire loro i materiali necessari per una giusta igiene preventiva.
Con i Decreti Sicurezza voluti dal precedente Governo, il sistema di accoglienza ed integrazione ha subito delle restrizioni e delle limitazioni, per cui è stata valorizzata una accoglienza collettiva in grandi centri. Ora, con l’emergenza attuale, questo potrebbe essere un grosso problema, perché questi grandi centri che accolgono un elevato numero di ospiti intaccano le misure preventive dell’evitare assembramenti per fermare il contagio. Inoltre, ci sono stati dei tagli al personale, quindi vengono meno gli operatori che potrebbero in qualche modo monitorare la situazione in struttura. Subentra poi il problema dell’accesso al servizio sanitario, non sempre garantito per coloro i quali non hanno il permesso di soggiorno, così come la scadenza e l’accesso per i servizi burocratici e legali.
Per cui, le autorità competenti chiedono che vengano presi urgentemente dei provvedimenti volti a fronteggiare le suddette difficoltà. Si chiede che vengano sostituiti i grandi centri con misure abitative alternative che tutelino anche le fasce non attualmente garantite, tenendo comunque conto del fattore numerico; che vengano disposte delle proroghe per le imminenti scadenze, anche a favore dei MSNA non aderenti alla rete SIPROIMI; di fornire dispositivi necessari anche agli insediamenti rurali; di garantire il servizio sanitario a tutti, così come un sostegno al reddito per coloro che hanno perso il lavoro; di poter usufruire della modalità telematica per la richiesta o l’inoltro di documentazione, per evitare assembramenti negli uffici pubblici; di disporre la sospensione di qualunque altro ingresso nei CPR e di predisporre una rapida concessione di un porto sicuro per lo sbarco dei profughi soccorsi in mare.
Soprattutto nell’emergenza non bisogna perdere di vista nessuno.