Tra le storie raccolte da CSVnet per l’indagine di cui si parla nel libro “Volontari inattesi. L’impegno sociale delle persone di origine immigrata”, la cui presentazione ufficiale avverrà il prossimo 22 giugno, in diretta streaming dalle 16:00 alle 17:30 sui suoi canali social, vi è quella di Svetlana Erokhina. Svetlana, di origine russa ed attualmente residente a Parma, ha 58 anni, è sposata ed ha due figli. Cresciuta nell’Unione Sovietica, a stretto contatto con alcune associazioni nazionali che impegnavano bambini e ragazzi di ogni età nell’aiutare il prossimo, senza però definirlo volontariato, perché lì la parola “volontariato” non esiste. Quando 27 anni fa si è trasferita in Italia, Svetlana è venuta a conoscenza di questa parola che descrive a pieno l’attività che è solita fare tramite un gruppo femminile di mediatrici linguistico – culturali ed ha deciso di continuare ad intraprendere questa strada, con la stessa grinta e la stessa passione di sempre.
Nel 2013 ha aperto un Centro interculturale a Parma, di cui è la presidentessa e, nello stesso anno, è diventata socia di una associazione, Kwa Dunia, che collabora col Centro stesso, organizzando delle attività settimanali per i ragazzi, insieme ad altre realtà sociali della zona.
Fin da subito ha notato quanto diverso fosse essere presidente di un Centro piuttosto che un membro di una associazione gestita da altri, ma non si è mai scoraggiata e mai si è tirata indietro di fronte alle eventuali problematicità o alle varie situazioni da sbrogliare, sempre col sorriso, sempre con la convinzione di quanto bello sia aiutare gli altri, sempre pronta ad alzarsi le maniche e lavorare sodo.
Ciò che fa le sembra del tutto naturale, non sente il peso delle scelte fatte o la stanchezza a fine giornata: aiutare il prossimo e mettere a disposizione di chi ne ha bisogno le sue capacità e le sue conoscenze la fa stare bene, la fa sentire parte integrante di un gruppo in continua crescita.