In occasione dell’audizione in Comitato Schengen di fine giugno 2020, il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fatto il punto sulla situazione dell’accoglienza agli stranieri in Italia, tenendo ben presente la gestione durante il periodo di emergenza sanitaria e prestando particolare attenzione all’importanza, se non addirittura alla necessità, di una forma di sostegno da parte degli altri Paesi europei.
Attualmente in Italia sono presenti poco più di 84 mila migranti in accoglienza, due terzi dei quali accolti tra strutture di prima accoglienza e strutture di accoglienza straordinaria, mentre il restante terzo accolto nel sistema Siproimi per rifugiati e minori non accompagnati.
Facendo un parallelo con la situazione dello scorso anno nello stesso periodo, si può notare una diminuzione del 33% delle strutture attive (basti pensare che, in questo momento, sono operative 10 strutture di prima accoglienza e 4963 CAS) ed un calo del 26% di presenze.
L’emergenza sanitaria è stata affrontata in maniera idonea e soddisfacente, ha sentenziato il Ministro, affermando che sono state adottate tutte le disposizioni utili del caso al fine ultimo di prevenire e contenere il più possibile l’emergenza stessa. Infatti, per tutti i migranti in arrivo via mare e via balcanica, ovviamente per tutto il periodo, è stata prevista una quarantena di quattordici giorni, alla fine della quale si è proceduto con un esame sanitario e, in mancanza di positività, col trasferimento nelle strutture. Anche qui, una volta ospitati, si è mantenuto il rispetto delle indicazioni, evitando gli assembramenti, curando l’igiene personale e degli spazi ed informando in tempo reale l’utenza.
Il Ministro Lamorgese ha concluso il suo intervento affermando che negli ultimi anni l’Italia ha avuto modo di sperimentare, via mare e via terra, le ondate di arrivi e che sarebbe opportuno che l’Europa tutta offrisse il proprio sostegno, anche tramite un comune modus operandi e delle regole ispirate alla solidarietà tra Paesi.