Ad ogni azione corrisponde una reazione. E’ quanto sta accadendo in queste ore a Rosarno, nel reggino, presso il campo migranti di Testa dell’acqua e nella tendopoli, dove le forze dell’ordine sono intervenute con un blitz per controllare l’identità dei migranti che lo abitano abusivamente. Polizia, carabinieri e guardia di finanza locali stanno setacciando ed accerchiando la zona, chiedono di poter vedere i documenti di ciascun “inquilino” per evitare che si creino nuovi ghetti incontrollati e che si ripetano situazioni sgradevoli, come quelle, note a tutti, dello scorso marzo nella tendopoli di San Ferdinando, zona poco distante. Le forze dell’ordine si sono mosse di primo mattino, spinte quasi sicuramente dal voler scoprire gli organizzatori ed i promotori della manifestazione di tre giorni fa, che ha visto protagonisti un centinaio di migranti, i quali hanno bloccato le vie di entrata e di uscita del porto di Gioia Tauro, al grido di “dateci i documenti”.
Due avvenimenti collegati tra loro, quindi, che vedono due schieramenti ben distinti, ognuno dei quali manda avanti la propria posizione. A poco è servito l’immediato intervento della Security del porto e della Guardia di Finanza, i quali hanno tentato di mettere in sicurezza l’infrastruttura e di limitare i possibili danni alle persone coinvolte. Nonostante questo, si sono vissuti attimi di tensione quando nella confusione un’auto, che stava uscendo dal porto, ha investito uno dei manifestanti, trasportato subito all’ospedale di Polistena.
A muovere la protesta di venerdì è stata la richiesta dei migranti di vedere riconosciuti i propri diritti. Hanno manifestato per chiedere allo Stato il rilascio del permesso di soggiorno, un documento necessario per poter rimanere in Italia, che consenta loro di vivere, di trovare un lavoro dignitoso ed una sistemazione stabile e sicura, proprio per non dover vivere in tende e container, altra unica soluzione.