“Non si tratta solo di Migranti”. L’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi Cosenza-Bisignano ha raccolto (e condiviso) l’invito del Papa promuovendo, in collaborazione con la Fondazione Migrantes e con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato (Csv), una serie di iniziative in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Tre giorni (27, 28 e 29 settembre 2019) in cui le realtà associative, laiche e cattoliche, dell’area Urbana, hanno affrontato il tema dell’accoglienza e della integrazione attraverso momenti di confronto, riflessione e socializzazione. In particolare, sono stati presentati il video-messaggio del Pontefice, il documento dell’Agesci – Zona “Terra dei Bruzi” approvato dai responsabili in cui vengono fortemente ribaditi, in linea con i dettami e lo spirito di servizio che contraddistingue le attività dell’Associazione, i compiti di ogni singolo scout in rapporto alle differenze etniche, culturali e religiose. “Non vogliamo essere spettatori passivi. Non vogliamo essere grigi. Proviamo il desiderio – hanno scritto i capi – di rimboccarci le maniche, di unire i colori dei nostri fazzolettoni, per provare a dare il nostro piccolo ma importante aiuto a quanti, ogni giorno, lottano e sperano in un futuro migliore”.
Cosenza è stata protagonista anche di una marcia e di un flash mob (tema: coperta termica) nell’ambito della campagna “Io accolgo” promossa da 43 organizzazioni sociali italiane ed internazionali del Terzo Settore per dare visibilità alle esperienze positive di solidarietà e contro il linguaggio dell’odio. Insieme (e in sintonia) con Francesco hanno ricordato che attraverso il servizio, l’incontro e l’accoglienza si offrono opportunità alle persone più deboli e vulnerabili. L’esperienza cosentina si è arricchita di momenti di aggregazione contraddistinti da musiche, danze e, persino, della esibizione di una band multietnica. “Cosenza – ha spiegato Pino Fabiano – è, da sempre, una città aperta, inclusiva e solidale. Una città che risponde culturalmente bene. Rispetto al clima di paura che da qualche tempo si vive nel nostro Paese il messaggio del Papa è quanto mai opportuno. La paura è legittima ma va messa in conto, analizzata e superata riconoscendo l’altro, non solo il migrante, come fratello, accogliendo, proteggendo, promuovendo ed integrando come occasione di fraternità verso coloro che vivono situazioni di difficoltà”.