Appello ASGI per la regolarizzazione degli stranieri

Appello ASGI per la regolarizzazione degli stranieri

ASGI, Associazione per gli Studi Giuridici per l’Immigrazione, sta promuovendo una proposta di appello unitario per la regolarizzazione di tutti gli stranieri in Italia senza permesso di soggiorno, che lo hanno perso o non lo hanno ancora mai avuto e che quindi si trovano nel territorio in maniera irregolare. Sono molteplici i moventi che hanno spinto l’associazione a mettersi in gioco con questo appello, al quale hanno già aderito vari singoli e diverse associazioni italiane e non. Innanzitutto, ciò che preme sulla necessaria tempestività per tale procedura legale è la garanzia di una adeguata assistenza sanitaria collegata alla pandemia che da mesi si sta diffondendo, in Italia e nel mondo, portandosi dietro vittime e contagi con delle cifre preoccupanti.

Proprio per limitare i contagi e contenere i focolai, sono stati temporaneamente vietati gli spostamenti, per cui molti di questi stranieri irregolari non possono, pur volendo, tornare nel loro paese; ma, non avendo un valido permesso di soggiorno, non possono nemmeno rivolgersi al servizio sanitario italiano ed avere eventuali cure necessarie. Altro fattore è la questione del lavoro: coloro i quali non hanno un valido permesso di soggiorno sono, molto spesso, vittime di sfruttamento lavorativo, o comunque sono costretti a lavorare in condizioni precarie, senza la minima tutela, spesso non in regola.

Per ovviare a queste problematiche e tutelare la condizione degli stranieri, la proposta ASGI sostiene due possibilità: la richiesta di permesso di soggiorno per “ricerca occupazione”, per coloro che possono dimostrare la presenza in Italia alla data del 29 febbraio e la richiesta di emersione dal lavoro irregolare con sospensione dei procedimenti penali, amministrativi o fiscali in capo al datore di lavoro, fino all’esito del procedimento e loro estinzione in caso di definizione positiva, entrambe con validità annuale e possibile conversione successiva.

Entrambe le richieste potrebbero essere avanzate tramite domanda da presentare dopo otto giorni dal decreto legge.

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